“Nodo alla gola”: è il titolo drammatico del XX Rapporto dell’Associazione Antigone sulle condizioni di detenzione in Italia. Un rapporto che, oltre a denunciare le criticità del sistema carcerario nel suo complesso, punta i riflettori sulla situazione dei minori reclusi, in costante aumento.
Minori in carcere: numeri in crescita e nuove leggi
Alla fine di febbraio 2024, erano 532 i giovani reclusi negli istituti penitenziari minorili italiani, con un incremento significativo rispetto agli anni precedenti. Una crescita dovuta anche all’inasprimento delle pene per i minorenni introdotto dal cosiddetto “decreto Caivano”, che ha ampliato le possibilità di ricorso al carcere in fase cautelare.
Reati contro il patrimonio e minori stranieri
Il rapporto evidenzia come la maggior parte dei reati che hanno portato alla reclusione di minori riguardi reati contro il patrimonio (55,2%), spesso di lieve entità. Preoccupante anche il dato sui minori stranieri, che rappresentano quasi la metà degli ingressi in carcere (48,7%).
Il diritto all’istruzione: tra teoria e pratica
La legge italiana garantisce il diritto all’istruzione anche ai detenuti, compresi i minori. L’organizzazione dei percorsi scolastici è affidata ai CPIA (Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti), che collaborano con le scuole per offrire percorsi dalla scuola primaria all’università.
I dati sull’istruzione in carcere
Nell’anno scolastico 2022-2023, sono stati erogati oltre 1.700 corsi scolastici nelle carceri italiane, con quasi 20mila iscritti. Tuttavia, la percentuale di successo scolastico rimane bassa, soprattutto per i detenuti iscritti ai percorsi di primo livello.
Università in carcere: una buona pratica italiana
In controtendenza rispetto ad altri paesi, l’Italia offre ai detenuti la possibilità di frequentare corsi universitari anche all’interno delle carceri. Un’opportunità preziosa, che vede la partecipazione di 44 atenei italiani e un numero crescente di studenti detenuti.