Rivolte e proteste nelle carceri, l’emergenza è il sovraffollamento: Pescara, Asti, Velletri, Rieti, Torino e tanti altri

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Protesta dei detenuti del carcere di Pescara. Per quattro ore hanno occupato le aree comuni di passaggio e si sono rifiutati di rientrare nelle camere di detenzione. In una lettera aperta si sono uniti alle proteste negli altri istituti. Tra le criticità denunciate il sovraffollamento e la presenza di soggetti con patologie psichiatriche, difficili da trattare in carcere. Dopo una lunga trattativa con con il personale i detenuti sono rientrati nelle loro celle.

 

BIELLA – Tensioni nella notte nella casa circondariale di Biella. Sette detenuti si sono rifiutati di rientrare in cella e gli agenti della polizia penitenziaria in servizio si sono trovati ad affrontare una situazione di emergenza. Si è trattato di “gravi disordini.

 

Agenti liberi dal servizio, sono stati richiamati per cercare di dare manforte allo sparuto gruppo al lavoro, attese le voragini negli organici della polizia penitenziaria” spiega Gennarino De Fazio, segretario generale della Uipa Polizia Penitenziaria, che ricorda come tutto questo sia accaduto “dopo Roma Regina Coeli, Terni, e Velletri, dove ancora circa 240 detenuti sono in rivolta”.

 

Già due giorni fa un detenuto sempre a Biella aveva appiccato un incendio nella propria cella ed era stato tratto in salvo da due agenti di servizio che erano rimasti intossicati e ricoverati in ospedale. Sulla questione era intervenuto l’Osapp. “Da tempo l’Osapp – sottolinea il vice segretario nazionale, Gerardo Romano – chiede al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al premier, Giorgia Meloni, di dichiarare lo stato di emergenza nelle carceri. Negli istituti di pena ormai i detenuti spadroneggiano e il personale di polizia penitenziaria ha paura di svolgere il proprio servizio perché non sa al termine se rientrerà a casa. È a rischio l’incolumità personale di tutti gli operatori. Servono interventi urgenti”, conclude Romano.